Bellezza è unicità

Il Dott. Paolo Salentina, medico estetico e docente presso l’Università di Pavia

La bellezza, e ciò che ad essa è connesso, è un tema complesso e antico quanto l’umanità.

Il Dott. Paolo Salentina, medico estetico presso lo studio Image, in questa intervista ripercorre brevemente l’evoluzione del concetto, mostrando come esso sia cambiato nel tempo e come la cultura e la civiltà lo abbiano influenzato, ma allo stesso modo rivela una cosa importantissima: non esiste un’unica bellezza perché la bellezza, prima di ogni altra cosa, è unicità.

Se la bellezza è unicità, allora è bene diffidare di chi cerca di incasellarla in una serie di forme stereotipate, di eccessi e di forzature, senza considerare che la vera bellezza è soprattutto “armonia delle forme e delle proporzioni”.

Ma la questione non è facile da risolversi come sembra, perché il problema si pone quando uno specialista della bellezza, come il medico estetico, si trova di fronte a pazienti che desiderano rincorrere la giovinezza perduta o emulare personaggi famosi. Come comportarsi in questi casi: esaudire le richieste o rifiutare?

Bellezza è unicità. Quello che in una donna può essere considerato un difetto, in un’altra può risultare invece parte di un’armonia generale e, come tale, non deve essere cancellato.

1- Quanto è difficile conciliare l’immagine veicolata dai media con i risultati realmente ottenibili sulla singola paziente?

Il messaggio proposto oggi dai media è spesso e purtroppo condizionante per la definizione collettiva di “bellezza”.

Ritengo che l’errore più grande derivante dall’influenza che subiamo costantemente dai mass media, sia quello di considerare la bellezza qualcosa di virtuale, privo di originalità e dunque soggetto a omologazione.

La bellezza è di certo un’entità astratta ma anche, e per fortuna, oggettivabile e misurabile e, quindi, non solamente condizionata dalle mode.

È frutto di un’armonia generale, tanto che già lo stesso Seneca definiva cosí una bella donna: “è quella il cui aspetto complessivo è di tale bellezza da togliere la possibilità di ammirare le singole parti”.

A partire dalle epoche più antiche i canoni estetici femminili sono stati valutati e misurati in modo oggettivo.

 2- Facciamo un passo indietro e proviamo a ripercorrere brevemente come si è evoluto, nel tempo, il concetto di bellezza…

Le prime testimonianze risalgono addirittura all’Antica Grecia attraverso Policleto che, nel V secolo a.c., cercò di definire dei criteri oggettivi della bellezza e li riassunse poi in un trattato intitolato “il canone” (dal greco Kànon: regola).

Il tentativo di oggettivare e misurare la bellezza, proseguì nell’età Ellenistica-Romana attraverso Vitruvio per proseguire più tardi, in epoca Rinascimentale, soprattutto con Leonardo da Vinci.

Il tentativo di oggettivare e misurare la bellezza, proseguì nell’età Ellenistica-Romana attraverso Vitruvio per proseguire più tardi, in epoca Rinascimentale, per merito soprattutto di Leonardo da Vinci.

Tale ideale però è sempre stato in continuo divenire, soggetto non solo a criteri oggettivi, ma anche a mutazioni in relazione a costituzioni socio-culturali e mode dell’epoca.

Se nell’iconografia Medioevale la figura femminile era rappresentata più che altro in funzione della sua spiritualità, frutto del processo di cristianizzazione di quei tempi, dal periodo Rinascimentale in poi iniziò quella rivoluzione estetica capace di proporre continui e differenti modelli di bellezza che, ancora oggi, appaiono in continuo divenire.

3- Potremmo dire che la ricerca della bellezza è legata indissolubilmente alla storia dell’uomo? 

Direi proprio di sì. Di sicuro, non è una prerogativa solo della nostra epoca, ma affonda le radici nel passato.

Pensiamo, ad esempio, alle donne egizie che utilizzavano l’argilla per migliorare la qualità della pelle e resine di cipresso per prevenire le rughe; ció che io consiglio alle donne è che tale ricerca sia peró sempre sana, coscienziosa ed equilibrata.

La ricerca della bellezza affonda le radici nella storia dell’umanità. Già le donne egizie usavano argilla e resine per migliorare la texture della pelle

Per le mie pazienti cerco di essere una guida, capace di indirizzarle verso un sano percorso di anti-invecchiamento, mai soggetto a mode e bellezze stereotipate.

Loro per fortuna mi seguono, preferendo conservare qualche ruga in più, pur di mantenere un’immagine armonica e naturale, rispettosa delle singole caratteristiche individuali.

4- E’ frequente che vengano da lei con l’immagine di un’attrice o una modella e le chiedano di “essere come lei”?

Sono situazioni che mi capitavano nei primi anni di attività, ma che oggi sono fortunatamente sempre più rare.

E’ fondamentale veicolare un concetto equilibrato e naturale di medicina estetica.

Nel tempo sono riuscito a selezionare le mie pazienti e a veicolare un concetto equilibrato e naturale di medicina estetica; quelle che si rivolgono a me sanno già di non trovare un valido alleato nell’assecondare richieste di questo tipo.

Credo che in questi casi la responsabilità sia esclusivamente del medico: bisogna saper dire di no.

Ogni paziente va studiata in base alle caratteristiche individuali, e non puó essere uniformata ad altre: persino un difetto che in alcune risulta essere un’imperfezione, in altre può risultare invece parte di un’armonia generale e, come tale, non deve essere cancellato.  

Per concludere: ogni donna è unica e l’unicità è la sua bellezza.