Formazione in farmacia: l’importanza della qualità

Farmacia e formazione sono i temi centrali dell’ intervista a Nicola Posa, AD di Shackleton Group, società specializzata nella consulenza, formazione e comunicazione.

Nicola Posa, Amministratore Delegato di Shackleton Group

Profondo conoscitore del mondo retail, Nicola Posa da molti anni si occupa della crescita organizzativa del sistema Farmacia, della pianificazione strategica e dell’applicazione operativa del canale, di category management e di people satisfaction. La rete vendita e il mondo retail, dopo tanti anni, per lui non hanno – quasi- più segreti e la sua filosofia è molto chiara “offrire ai clienti una consulenza personalizzata, un metodo di lavoro pratico e concreto con risultati misurabili e ripetibili nel tempo”. A lui abbiamo rivolto alcune domande, per capire lo “stato di salute” della Farmacia di oggi e cercare di capire quali possono essere le strategie per superare la crisi.

1-Posa lei si occupa di consulenza e formazione da tanti anni. Qual è il problema più grande che si trovano oggi ad affrontare i farmacisti?

A mio avviso, oggi, i problemi più grandi della Farmacia sono due:  il coinvolgimento della squadra e del consumatore finale e la crescita professionale di chi lavora all’interno della farmacia. Per coinvolgere il consumatore finale è indispensabile che venga data la giusta importanza alla comunicazione sul punto vendita e che ci sia coerenza nella comunicazione al cliente finale e in Farmacia, mentre nel caso del  coinvolgimento del personale si tratta di trovare il modo giusto per motivare il team: una questione che passa da un riconoscimento economico, ma che non si esaurisce solo in quello, e che deve tener conto di  stimoli, obiettivi, lavoro di squadra, sinergie tra reparti.

Parlando del secondo problema, ovvero della crescita professionale dello staff, mi riferisco non solo alla necessità di una costante formazione tecnica, – elemento imprescindibile per un professionista – ma anche dell’ importanza di acquisire competenze gestionali, manageriali e di pubbliche relazioni. Non dimentichiamo, infatti, che una farmacia non è diversa da un’ azienda e come tale dev’essere considerata e gestita.

La farmacia ideale? Lineare, pulita, ben organizzata, ma al tempo stesso accogliente e funzionale

2- Quali sono le “false certezze” da smontare?

Mi scontro spesso con un forte orientamento al passato, quando “tutto era più facile e si viveva meglio”, e la tendenza a subire le difficoltà e le incertezze del mercato senza reagire. Trovo che sia molto pericoloso questo modo di pensare, soprattutto per chi ha un’attività. Ogni cambiamento, a mio avviso, dev’essere invece affrontato come uno stimolo, una sfida, come il motore per “reinventarsi” e ai nostri clienti diciamo questo: una difficoltà, se opportunamente affrontata, può trasformarsi in un’opportunità.

3-Secondo lei, com’è il rapporto farmacisti- formazione?

Ci sono casi e casi, ma “generalizzando” si potrebbe dire che i Farmacisti negli ultimi anni si sono impegnati molto su questo fronte:  molti hanno investito in quest’ambito e i risultati non si sono fatti attendere, ma c’è ancora chi non l’ha fatto, ha rimandato il problema, l’ha sottovalutato o, peggio, non si è nemmeno accorto di questa necessità…

In molti casi ciò è dovuto al fattore tempo, cioè alle molte ore trascorse in Farmacia che lasciano poco spazio per altre attività, ma anche alla scarsa propensione di alcuni ad investire nella formazione. Ad oggi, infatti, il Farmacista è stato abituato a ricevere gratuitamente la formazione da tante realtà e non a pagare “di tasca propria” per riceverla. Questa mentalità  deve cambiare e il Farmacista deve considerare la formazione non come qualcosa di scontato, ma come una leva di investimento capace di dare risultati economici e di serenità già nel breve periodo.

La formazione di cui hanno bisogno dev’essere di qualità, specifica, molto vicina a quella dei manager delle grandi aziende perché, anche se è difficile generalizzare, ancora oggi c’è la tendenza a guardare poco i numeri, a non farlo abbastanza o del tutto. Ecco, in questo caso, chi ha imparato a farlo- e alcuni devo ammettere che lo fanno molto bene- ha fatto il salto di qualità.

La farmacia ha investito molto nella formazione e il risultato è che la farmacia odierna è molto più vicina alla farmacia “ideale” tratteggiata da N. Posa

4-Se in due parole dovesse tratteggiare il profilo della farmacia di oggi rispetto a quella di 20 anni fa, come la descriverebbe?

Vent’anni fa, durante i convegni o i corsi, spesso la Farmacia veniva portata “da esempio negativo”: un canale dalle forte potenzialità, grazie al rapporto privilegiato con il consumatore e alla forte autorevolezza, ma ancora troppo tradizionalista e ancorata al passato. Oggi non è più così.

Se è vero che per alcuni è cambiato poco o nulla, per altri invece è cambiato tutto: fanno riunioni, lavorano per obiettivi, puntano sulle specializzazioni, hanno creato ambienti confortevoli e ben organizzati e hanno investito sul capitale umano. In altre parole: sono diventati dei manager e i risultati lo dimostrano.

Certo, da fare c’è ancora molto, ma la Farmacia di oggi è sempre più vicina al concetto di Farmacia di successo del Nord Europa: un ambiente accogliente e lineare, a misura d’uomo, con una comunicazione curata e professionale. Un miraggio? Non direi, alcune Farmacie italiane sono già così.